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CAPITOLO SETTIMO
L’appartamento di Via Lagrange era situato in un palazzo signo-
rile, all’ultimo piano. Due camere, cucina, piccolo studio, ingresso, un
bagno enorme con rubinetterie “d’epoca”, un ampio terrazzo con per-
golato. Una vera sciccheria. Archiloco si era sistemato nella camera più
piccola che aveva il vantaggio di un letto matrimoniale. In quella del
Duca, c’erano due letti singoli.
“Ti lascio il letto matrimoniale così Zuccherino non avrà da la-
mentarsi, sempre se si degnerà di farci visita la monachella. Non è mica
il periodo degli esercizi spirituali?”, il Duca, come sempre, scherzava.
Quel giorno, Zuccherino stava per arrivare dopo aver ricevuto am-
pie assicurazioni da Archiloco che il Duca sarebbe andato altrove.
Archiloco l’aspettava con una certa ansia. Il giorno prima, avevano
litigato perché era venuta a sapere da Gianna che lui e il Duca stavano
riprogettando, per l’ennesima volta, il famoso viaggio a Siviglia.
“A Siviglia? Proprio adesso che devi dare degli esami? Ma quando
la smetterete di fare i bambini? Sempre dietro a qualcosa pur di non fare
quel che dovete…”.
“Che dovremmo fare signorina perfettina?”, Archiloco le aveva ri-
sposto in modo sgarbato come gli capitava di fare quando si sentiva in colpa.
Lei non gli aveva risposto e se ne era andata in lacrime.
Era stato Archiloco a cercarla, chiedendole scusa. Poi, avevano fis-
sato quell’incontro nell’appartamento di Via Lagrange per poter tran-
quillamente parlare di “cose serie”.
Zuccherino gli apparve, sorridente, dietro la porta. Si abbraccia-
rono come se non si vedessero da mesi. Quasi senza accorgersene si tro-
varono sul letto. Fecero all’amore in un’atmosfera strana, quasi avessero
il presentimento che fosse l’ultima volta. In più, con l’ansia che arrivasse
all’improvviso il Duca che non li avrebbe risparmiati delle sue battute e
prese per i fondelli che facevano arrabbiare Zuccherino: “Ce l’avete il pre-
servativo? Occhio ai rischi! Non oso pensare cosa succederebbe se Zuc-
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