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lo raggiungeva il comandante: “Vedi niente?”.
“Ci sono delle ragazze al torrente; stanno lavando dei panni…”.
“E tu ce l’hai la ragazza?”.
“Sì, ha due fossette sulle guance che sono la fine del mondo…”.
“Studia anche lei, come te?”.
“Sì, siamo iscritti all’università… primo anno…”.
“La prima legge da fare, quando scenderemo giù, sarà quella di
poter far studiare i nostri figli, i figli degli operai, dei contadini,
quella sì che sarà una rivoluzione… dimmi un po’ hai capito cos’è
la teoria del plusvalore?”.
“Mi pare di sì…”.
“Eh, ma tu sei uno studente, hai la mente fresca, non so se gli
altri compagni hanno capito. Hanno detto di sì, ma non mi
sembravano convinti. Bisognerebbe fare delle dispense e spiegare
le cose con dei fumetti… come nel Corrierino dei Piccoli… in
modo semplice, alla portata di tutti. Hai visto la carta geografica
che c’è nella tenda comando? Dovresti spiegare un po’ di geografia
e magari un po’ di storia ai compagni”. Il comandante si stava
facendo una sigaretta con una cartina e del tabacco che tirava fuori
da una tasca.
“Magari ci provo… come posso…”.
“Come ti trovi qui?”, fece il comandante tirando una boccata di
fumo.
“Ho sempre tanto di quel freddo… con tutta questa neve… se
avessi immaginato magari sarei andato con le SAP in città…”.
“Almeno sei sincero…”, il comandante rideva.
“Casi come quello del furiere sono isolati?”. Era una domanda
che voleva rivolgergli da tempo.
“Sì, per fortuna. Ma ci sono le spie, carogne oppure gente
ricattata. C’è chi fa la spia per vendetta, c’è chi la fa perché è
ricattato. Che so, per i figli, i genitori, la moglie. C’è chi non
resiste alle torture e parla. C’è chi si uccide per non parlare.
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