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Capitolo Terzo
La donna senza età si era affacciata ad una finestra della sala
dove era riunito il consiglio d’amministrazione di una delle sue
società.
Era primavera. Una splendida giornata di sole.
“Scusate, ma mi devo assentare… farò riconvocare la
riunione…”, era la prima volta che accadeva, tutti i presenti erano
sbalorditi.
“Ma come! Rinviare in un momento così difficile… di crisi…”.
L’accorato richiamo di un collaboratore non la fece desistere.
Chiamò l’autista: “Mi porti a Superga… ci fermeremo lì a
pranzo”.
“Superga, quante gite, quanti ricordi, quante tenerezze, ma anche
quante discussioni. Era un luogo dell’anima. Come quella galleria
del treno, come quella soffitta, al mare…”, si era accesa una
sigaretta e pensava a tanti anni prima.
Era d’agosto. Avevano fatto l’amore, per la prima volta, in una
soffitta su una vecchia ottomana.
La ragazza dalle fossette era al pianoforte, nel salone
dell’albergo. Era di pomeriggio. Suonava con grande trasporto.
Grandi tende alle finestre rendevano l’ambiente semibuio. I mobili
erano stati coperti con delle vecchie lenzuola. Il ragazzo dagli
occhi vivaci si sedette su una vecchia poltrona “lenzuolata”.
La musica era deliziosa; lui ascoltava estasiato. Alla fine
applaudì con grande entusiasmo: “Che bella musica!”.
“Sai cosa ho suonato?”.
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