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a loro, il mio compagno invece è rimasto indietro di 10 metri circa, sento un
colpo di pistola......guardo indietro e vedo il poveretto con la faccia per terra,
allungo Éìncora un poco il passo e guardo appena indietro, il caporale lo ha
girato, fiuga nelle tasche, gli sfila l'orologio, e poi via...
Era il giorno di Natale del4l, ho capito in quel momento che dovevo metter-
cela tutta se volevo vivere, ero sbigottito, non sapevo ancora in quale inferno
ero piombato, lo avrei conosciuto di qui in avanti, sempre ogni giorno con la
convinzione che quello era il peggio che mi potesse capitare, ma ogni giorno
era peggio del precedente.
Arriviamo dunque in un villaggio di russi, c'era movimento di truppe di gente
che passava davanti a noi indifferenti.
Siamo stati portati in un'isba, rinchiusi in una stanzetta piccola, senza niente,
né stufa, solo una sentinella, una persona già anziana che aveva un'aria bona-
ria, ci siano distesi per terra per scaldarci l'un l'altro come le acciughe in sala-
moia, ci siamo tolti solo gli scarponi, così abbiamo passato la notte. Di man-
giare non c'è venuto neanche in mente (neanche ai russi di darcene).
Ci siamo svegliati al mattino, ed era impossibile metterci le scarpe perché
erano diventare dure come pietre, in qualche modo ce le siamo in ogni modo
messe e siamo passati alla "visita dal dottore" se così si può chiamare.
Infatti, la visita consisteva in una verifica sommaria delle nostre condizioni di
salute, siamo sfilati uno ad uno davanti a questo dottore, il quale, ci guarda con
aria di sufficienza.
Mentre si avvicina il mio turno di visita mi rendo conto che la gamba non mi
laceva più tanto male, e solo allora cercando di aprire la camicia mi guardo
sul petto e sento la maglia appiccicata alla pelle e intrisa di sangue, guardo
rneglio e mi accorgo che sul taschino della giacca c'è ancora il mio nastrino
tricolore che mi aveva attaccato la crocerossina al Brennero, ma la Madonnina
non c'è più...
Solo adesso cerco di ricostruire mentalmente quello che era successo il gior-
no prirna nella baracca dove sono stato preso prigioniero: la pallottola esplo-
siva clum-dum ha colpito proprio sulla medaglietta legata al taschino sinistro
della giacca ed è scoppiata dentro la giubba, una scheggia è entrata nella carne
e si è conficcata al fianco del polmone destro.
In el'fetti, sono stato scaraventato aterra, ed ho cercato di rialzarmi subito per
non essere fìnito a freddo come i miei compagni feriti che ho dovuto lasciare
là dentro, poi il susseguirsi degli eventi e delle emozioni non mi hanno dato
tempo di pensare a niente.
In quel momento ho avuto la convinzione - che ho sempre conservato - che la
Madonnina del Grappa mi abbia salvato 1a vita.
Il dottore mi da una pennellata di blu sul torace e dice "non c'è niente, non c'è
niente" (in russo).
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