Page 17 - BOZZA 12 gennaio 1
P. 17
Le coltivazioni agricole erano seguite da Cerisola Giuseppe, soprannominato
“Beppe u fattû”, in seguito citato come “Il Fattore” il quale, già uomo di fiducia
della famiglia Siccardi, mantenne anche col nuovo Ente il compito di coordinamento
delle colonie agricole mettendo a disposizione la sua conoscenza di tutte le proprietà
e dei beni.
Egli si curava prima di tutto della vita delle famiglie del Coloni, poiché conosceva le
difficoltà e la fatica del loro lavoro: era solito muoversi in bicicletta, e, con modestia
e buon senso, si recava nei fondi per verificare le necessità di ciascuno.
Dopo la festa di San Martino - fine dell'annata agraria - provvedeva, secondo l'usanza
dei Siccardi prima e dell'Opera Pia poi, alla fornitura delle nuove barbatelle di vigna
e delle piante da frutto da sostituire:
La prima fornitura di rilievo fu effettuata nel 1957, quando l' Ente prese in carico i
contratti di mezzadria e diede un grande impulso alle coltivazioni; infatti furono
assegnati a ciascun colono dalle 30 alle 50 piantine di albicocchi e altrettante barbatelle
di viti, oltre che in media kg.20 di solfato di rame, kg. 30 di zolfo, 40 kg di filo di ferro e
n. 50 fra carasse e pali.
Il Fattore si occupava inoltre della cantina, delle forniture di materiale e di piante,
dell'organizzazione delle vendemmie e della manutenzione delle case coloniche.
Al temine di ogni annata agraria egli consegnava agli uffici amministrativi un
rendiconto di tutte le spese sostenute per ogni fondo, come si può vedere dallo
stralcio della tabella riepilogativa in cui sono indicati gli importi di: luce, verderame,
zolfo, acqua, contributi, e gli incassi della quota parte della vendita di frutta e vino.
Cerisola Giuseppe morì quasi centenario ospite della Casa di Riposo che aveva
contribuito a costituire e che aveva servito con dedizione per tutta la vita.
Una testimonianza della bontà di quest'uomo
semplice e scrupoloso ci è trasmessa da
Giuseppe Pino Rossello, che ricorda con
commozione un aneddoto vissuto da bambino,
quando: “incaricato dalla madre di recarsi alla
cantina per comprare due damigiane di vino,
inciampò sul selciato e una di queste cadde
rovinosamente dalla carriola usata per il
trasporto. Piangendo disperato si ripresentò suo
malgrado alla cantina per comprare un'altra
damigiana di vino. Beppe, accertato quello che era
successo e conoscendo il sacrificio della famiglia
per una spesa non prevista, gli consegnò una terza
damigiana senza farsi pagare”.
Foto: al centro Cerisola Pellegro 1879 e la moglie Maria Noceto 1877 “Maria de Rive” e i figli: Giuseppe 1903, Pietro
1907, Mario 1909, Angelo 1913, dietro: Neri Erminia, Daniele Caterina, Parodi Teresa, Cerisola M. Rosa, Maria, Morena
Giuseppe, Gravano Maria davanti: Cerisola Piera, Pellegro (Ino), Marisa, Anna, Pellegrino (Rino), Annunziata (Nunzia).
17