Page 21 - BOZZA 12 gennaio 1
P. 21
L’uliveto anche quando era su piccole fasce o zone scoscese veniva prima arato – in
autunno - con l’ausilio di buoi o muli; era inoltre abitudine inserire gli alberi da frutto
sui bordi delle fasce o nelle rive non coltivate per non “rubare” terreno fertile alle
coltivazioni annuali. Si perpetuava così la cosiddetta maxera uliveti contenuti in bassi
recinti di pietra.
La raccolta delle olive veniva
fatta a mano, da novembre a
marzo, solo alla fine
dell’inverno si battevano con
lunghe canne quelle poche olive
che ancora erano rimaste sulle
punte, peraltro altissime in
quanto non si usava potare le
piante come ai giorni nostri.
Normalmente la raccolta a terra
veniva fatta dalle donne, era
detta appunto la “brucatura”
perché raccolte con le mani,
mentre la “abbacchiatura”, ossia lo scuotere le piante con lunghe canne, era fatta
dagli uomini.
Numerose erano le varietà di ulivi: le più coltivate a Spotorno: colombaia, murtina,
taggiasca, leccine, pignöe.
Nel tempo furono fatti molti tentativi per selezionare le migliori in termini di
produzione e qualità; poiché la pianta di ulivo è molto longeva e cresce lentamente, si
praticavano gli innesti su piante già adulte per poter sfruttare la pianta in piena
attività e verificare la resa delle nuove produzioni.
Un'usanza particolare, che veniva praticata in quasi tutta la Liguria, era il “diritto di
spigolatura” ossia il permesso, per chi non aveva terreni, di recarsi nelle fasce per
racimolare le poche olive rimaste dopo la raccolta.
Gradualmente anche a Spotorno, altre colture ritenute
più redditizie sostituirono gli uliveti; nel primo
dopoguerra scomparvero del tutto alla Collina e nella
zona della Serra, a seguire anche nella zona del
Montino.
Al momento attuale solo un'azienda agricola nella
zona di Laiolo ha una produzione importante di olio
d'oliva, per il resto sono rimaste sporadiche piante
qua e là alternate ad alberi da frutto.
L'Opera Pia Siccardi ebbe solo limitate entrate dalla
vendita di olio, nei primi anni '50, in quanto la
famiglia Siccardi aveva già provveduto a sostituire
gli uliveti con altre coltivazioni.
Foto sopra: raccolta delle olive in una foto d'epoca
Foto sotto: un innesto su pianta adulta
21