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LA COLTIVAZIONE DELLA VITE


                                           I Siccardi, già a metà Ottocento, impiantarono i
                                           primi vigneti nei loro terreni, - fra i più noti -
                                           alla  Rustia  e  alle  Rive,  apportando le prime
                                           innovazioni e incremento dell'attività agricola.
                                           Di questi solo una parte entrò nel patrimonio
                                           dell'Opera   Pia   Siccardi,   sia   per   nuove
                                           destinazioni delle terre come la Rustia, che fu
                                           donata per la costruzione del Cimitero, sia a
                                           causa   della  filossera,  una   malattia   che   fece
                                           sparire gran parte dei vitigni.
                                           Il paesaggio di Spotorno era caratterizzato, fino
                                           agli anni '50, dalle due colture principali: la vite
                                           e gli ulivi; si   potevano infatti distinguere da
                                           lontano le striature  verde chiaro dei filari di
                                           vigna, alternate al grigio-argento degli ulivi.

                                           Nel   decennio   1945   -   1955,   durante   la
       transizione dalla gestione Siccardi al nuovo Ente, i Coloni attraversarono momenti
       d'incertezza, che li portò a trascurare le coltivazioni in atto, a scapito della qualità del
       vino, e gli Amministratori dell'Ente si adoperarono per trovare una rapida soluzione.
       Il Presidente  Arturo Giongo,   con lettera del 17 settembre 1954 indirizzata al
       Fattore, che aveva il compito di seguire le coltivazioni agricole lamentò che:
        “...il vino ricavato dai terreni di Opera Pia è sempre di qualità scadente, se non
       addirittura pessimo! manca di gradazione alcoolica, è poco chiaro, ha sapore poco
       gradevole, e dopo i travasi primaverili cambia colore...”.
       Da   buon   intenditore,   essendo   egli   stesso   produttore   di   vino,   analizzò   le  cause
       all'origine della scadente produzione di vino, per cui
       diede precise istruzioni sulle modalità e i tempi di
       effettuazione delle vendemmie e sulle tecniche di
       lavorazione   in   cantina,   concludendo   che:  “...per
       quanto si riferisce ai mezzadri e alla loro opera
       non dubito che anch'essi vorranno contribuire pel
       miglioramento del loro prodotto vinicolo perché è
       poi anche il loro interesse....”.


       Il vino prodotto dai Coloni era venduto sfuso, in
       bottiglie   o   damigiane   portate   direttamente   dal
       compratore, sia presso la cantina di via Mazzini, sia
       in negozi o rivenditori ai quali si riconosceva una
       percentuale del 10-15%.

       Foto in alto : raccolta dell'uva nel secolo scorso
       Foto in basso: tralci di vitigni opportunamente potati
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