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LE TERRE DI COREALLO


            Le terre denominate “Coreallo” erano parte
            del complesso di beni acquisiti dalla famiglia
            Siccardi con l'acquisto Marchesi Serra.
            Ad ovest i terreni si estendevano dall'area
            pianeggiante del torrente Coreallo, che dal
            piano arrivava alla collinetta del bosco di
            pini,   a   margine   della   strada   per   Voze,
            sconfinando in parte nel Comune di Noli.
            Pur   essendo   un'area   unica   e   abbastanza
            omogenea era suddivisa in tre parti:


            -    la   prima,     detta   “COREALLO”
            comprendeva la parte situata verso nord, era
            attraversata dal torrente Coreallo e da una mulattiera che gradatamente saliva fino al
            territorio di Tosse.
            Indicata nella  stima Marchesi Serra  come:  “vignata irrigabile con fabbricato per
            lavatoio” era condotta in allora dalla famiglia di Bernardo Schiapacasse, all'atto di
            acquisto da parte dei Siccardi vantava una produzione valutata in:
            q.li 7,5 di vino per un valore di   £. 40, q.li 24 di terratico (letame prezioso per la
            concimazione) per un valore di £. 18,  q.li 4 di fichi per un valore di £. 26,  pesche e pere e
            susine per un valore di £. 5, oltre che una fabbricato con lavatoio a corpo £. 1.000.
            Su una facciata del vecchio fabbricato è rimasto impresso lo stemma dei Serra, uno
            dei tre conservati in Spotorno, ancora in parte visibile; questo fondo non rientrò nella
            successione dei Siccardi in quanto fu alienato precedentemente.


            L'antico mulino, detto   "LAVADUN", nei secoli passati aveva notevole importanza,
                                                            data la posizione strategica in cui era
                                                            collocato, serviva infatti oltre che il
                                                            Coreallo  anche l'area del Siaggia  e
                                                            dei   Comuni   limitrofi,   trovandosi
                                                            nella   confluenza   dei   territori   di
                                                            Tosse, Magnone e Noli.
                                                            Fu   proprio   la   presenza   di   questo
                                                            mulino   uno   dei   motivi   che
                                                            scatenarono le  “guerre di confine”
                                                            tra i Comuni di Noli e Spotorno  e
                                                            la contesa sul possesso   di queste
                                                            terre .


            Esso rimase per lunghi anni incolto e ormai assorbito interamente dal bosco; sono in
            corso dei progetti per il recupero e la giusta valorizzazione.

            Foto sopra: lo stemma dei marchesi Serra sulla facciata del mulino
            Foto sotto: la ruota di pietra del mulino di Coreallo.
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