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Nel 1964 l'Opera Pia Siccardi, sotto la Presidenza di Michele Calvi, e con
deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 48 del 20 giugno 1964, decise di
costruire una casa colonica a servizio di questo fondo, che era l'unico sprovvisto, con
disagio dei Coloni che dovevano spostarsi da altri luoghi di abitazione:
"...considerato che il mezzadro
Delfino Umberto, per la
mancanza di una casa colonica
sul podere che ha in conduzione
in località Coreallo, è costretto,
con grave disagio proprio e dei
famigliari, a causa della
notevole distanza dei terreni, ad
abitare nella casa messa a
disposizione in Via Serra, locali
peraltro anche questi pressoché
inabitabili e che necessitano di
costose riparazioni e che
trattasi di uno dei migliori Coloni dell'Ente, l'Ente ha preso in considerazione la
necessità di costruire una casa colonica e di ricorrere al prestito dello Stato...”.
Per la costruzione della casa fu utilizzato lo stesso progetto edilizio realizzato in
località Rive, che prevedeva una spesa complessiva di £ 6.700.000, con il contributo
di cui alla L. n. 464 del 1961 art. 8 “legge sul piano verde” che prevedeva il 38% a
carico dello Stato ed il 62% finanziato dall'Ente.
Negli anni '60, la produzione di frutta di questo fondo si mantenne costante, con una
media di incasso, per la quota parte, negli anni dal 1963 e il 1967 di £. 300.000 circa; la
produzione di vino aumentò ad una media annuale di lt. 1600 e si mantenne costante
fino agli anni '70.
Anche nelle terre di Coreallo era presente un pozzo per la raccolta dell'acqua piovana
e di quella delle piccole sorgenti a monte, da sempre preziosa per l'attività agricola.
Esso, già citato negli atti di fine Ottocento
e costruito interamente a mano, “in pietra
a secco” e profondo 20 metri circa, è
riemerso pochi anni fa durante i lavori di
ampliamento della strada comunale in
perfette condizioni e con una riserva di
acqua sul fondo.
Ora giace sotto il sedime della strada
debitamente riempito di terra per motivi
di sicurezza.
Foto sopra: la casa colonica di Coreallo dopo un recente
restauro.
Foto sotto: il pozzo delle terre di Coreallo.
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