Page 63 - BOZZA 12 gennaio 1
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LOCALIA' SIAGGIA
                                                         Il   terreno   di  Siaggia   o   Ziaglia,  fu
                                                         comprato dai Siccardi con l'  acquisto
                                                         Marchesi Serra e condotto in passato
                                                         dai F.lli Luigi e Antonio Ferrando, già
                                                         coloni   dei   Marchesi,   cui   seguirono
                                                         altri. Situato in bella posizione, che dal
                                                         piano arrivava fino alla collinetta di
                                                         Gruppin,   era   attraversato   dal  rio
                                                         Siaggia,  da cui prendeva il nome, e
                                                         nella   parte   inferiore   anche   da   un
                                                         piccolo rigagnolo, il rio Zunchetto.
            A fine Ottocento il reddito prevalente di questo appezzamento era dato dal bosco,
            valutato nella stima Marchesi Serra in £. 180, a fronte di £. 12 di vino e £. 34 di
            seminativo e frutta. Questo fondo fu gravemente danneggiato dalla caduta di ben 6
            bombe   nell'agosto   del   1944,   era   condotto   all'epoca   dalla   famiglia   di  Calcagno
            Antonio e Peluffo Teresa, che ivi rimasero fino a metà degli anni '50.
            Alla costituzione dell'Ente Calcagno Antonio dichiarò una produzione annua di 40
            barili di vino da 40 litri, a fronte di n. 852 piante di viti, oltre a una buona quantità di
            frutta, specie albicocche e pere.

            Le splendide acque dei due ruscelli: Siaggia e Zunchetto, che confluivano nel rio
            Foce, scomparvero negli anni '60 perché convogliate in un cunicolo interrato - tuttora
            esistente   -   che   scorre   a   lato   del   campo   sportivo,   sotto   la   linea   ferroviaria,   e,
            nell'ultimo tratto, sotto il condominio “Le Rondini” per sfociare in mare a livello
            quasi sotterraneo.
            In passato il rio Siaggia era molto conosciuto e frequentato dalle donne del Paese che
            si recavano presso questo ruscello a lavare i panni, questo per la particolarità della sua
            acqua limpida e calcarea, che assomigliava alla “lescìa” .*


            L'area del  Siaggia  fu parte di un'asta pubblica suddivisa in tre lotti relativi ad
            altrettante zone boschive, la cui vendita  fruttò all'Ente la somma di  € 34.000.000,
            approvata con  deliberazione n. 135 del 2003.


            Foto sopra: la famiglia Baglietto Pietro detto Peo, Rosa
            Liberto, Bolla e moglie, la bimba Mara Toblino Rossello
            nelle terre del Siaggia nel 1936.
            Foto a lato: Rossello Carmen Cerutti intenta a lavare i
            panni sulle ciappe del rio Siaggia.
            * la “lescia” , utilizzata dalle donne in passato
            per lavare la biancheria era un procedimento
            piuttosto lungo mediante il quale il bucato era
            sistemato   con   cura   dentro   tinelli   di   bronzo,
            cosparsi di cenere e colmi di acqua che veniva
            scaldata sul fuoco a legna. L'acqua che di mano
            in mano fuoriusciva dal tinello veniva versata
            nuovamente   sulla   biancheria;   l'operazione
            continuava   fino   alla   fuoriuscita   di   acqua
            bollente, a questo punto il lavoro era terminato
            e il bucato era  bianco e profumato.
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