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Nel 1955 subentrò alla conduzione del fondo Delfino Umberto e la moglie Caterina
       Rosa; dall'inventario redatto a cura del Fattore, per il passaggio di consegne al nuovo
       affittuario, risultano:
         n.   312   piante   di   albicocchi,   n.
       1.278 viti, n. 116 pesche, n. 11 pere,
       16 limoni, 1 arancio, 1 nespolo, 2
       cachi, 1 fico, oltre che 137 metri di
       tubo e 4 saracinesche.
       Con   la   nuova   conduzione   il
       terreno   fu   rinnovato   e   nuove
       coltivazioni   impiantate  con  un
       incremento   della   produzione.
       L'Opera   Pia   Siccardi   che   due
       anni   dopo,   prese   in   carico
       ufficialmente   i   contratti   di
       mezzadria,   contribuì   al
       miglioramento di questo fondo con la fornitura di:
       n. 65 piantine di albicocchi, n.13 peschi, n. 65 viti, oltre che 3,5 di zolfo, kg 20 di
       verderame  n. 56 pali, e kg 15 di filo di ferro.
       Fu inoltre concesso un contributo per scasso e manutenzione del terreno per £. 30.000 e
       un contributo per la vendemmia e svinatura di £. 2.500.


       La terra di Coreallo, ancorché da sempre coltivata per la buona posizione, facilmente
       raggiungibile   e   pianeggiante,   non   era   della   migliore,   come   attestato   anche
       dall'inventario Siccardi che così recita: "terreno prevalentemente piano con qualche
       terrazzo di natura ghiaiosa alluvionale, irriguo, con presa d'acqua dall'acquedotto
       agricolo...”.  In ogni caso, questo fondo  fu più volte dissodato ed arricchito con
       terratico e letame,  riuscì a dare buoni risultati.
                                            Nel   1959   la   quantità   di   frutta   (albicocche   e
                                            pesche)   conferita   alla   “Cooperativa   Agricola
                                            Spotornese” da parte di Delfino fu di circa 23
                                            q.li di albicocche e 3 q.li di pesche.
                                            Essa aumentò negli anni successivi, come risulta
                                            dagli  atti dell'Ente, che registra per l'anno 1962
                                            un apporto da questo fondo di kg.   3.796 di
                                            frutta complessivi   per un incasso totale di £.
                                            410.365, ad un prezzo medio di £. 108 al kg.
                                            La produzione di vino aumentò gradualmente
                                            passando infatti da lt 800 nel 1963 a lt 1.600 nel
                                            1967; il prezzo di vendita variava da £. 80 al lt
                                            degli anni 60 a £. 120 degli anni 70.


                                            Foto in alto: la famiglia Perata con amici e parenti riuniti per la
                                            vendemmia.
                                            Foto in basso: il casotto originale citato nella stima dei Marchesi
                                            Serra tuttora adibito a cantina.

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