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Fino   alla   metà   del   secolo
                                                                   scorso   erano   presenti   su
                                                                   questa   area   i   resti   di   un
                                                                   antico mulino a vento,  molto
                                                                   importante   sia   per   la
                                                                   posizione   strategica   sia
                                                                   perché   svolgeva   la   doppia
                                                                   funzione di macinare il grano
                                                                   e anche  le olive.
                                                                   Nonostante   la   terra   non
                                                                   proprio fertile, trattasi infatti
                                                                   di terreni:  piani, sabbiosi e
                                                                   ghiaiosi,   anche   in   parte
            argillosi,  con  il rischio di penetrazione   di acqua salata (per cui era necessario
            pompare l'acqua dai pozzi dei terreni confinanti), la produzione agricola fu sempre di
            tutto rispetto, infatti dalle registrazioni dell'Ente risulta un incasso medio per la quota
            parte relativo agli anni dal 1951 al 1956 dei Coloni della Serra così riassunti:
            Damonte Tomaso £. 196.000 di frutta e £. 120.000 di vino; Damonte Giuseppe £. 153.000
            di frutta e £. 8.800 di vino; Calcagno Antonio Tino £. 213.000 di frutta e £. 186.000 di vino,
            Calcagno Bartolomeo £. 256.000 di frutta e £. 192.000 di vino; Gandullia Maria £. 206.000
            per la frutta e £. 160.000 per il vino, ad un prezzo medio di £. 80 al kg la frutta e £. 100 il
            vino.
            Il destino di queste aree era segnato, non a caso il geom. Canepa, nel redigere
            l'inventario Siccardi, evidenzia l'opportunità di adottare per la valutazione di questi
            fondi il “metodo comparativo” in quanto: “in ottima posizione, vicinissimi al mare,
            in zone ottime per costruirvi e quindi valutati come fabbricabili, per cui, l'attuale
            destinazione agricola non può dare un reddito che minimamente rispecchi il reale
            valore del terreno...”. e la riduzione di superficie cominciò già nel biennio '51 -'52
            per la  cessione  di aree per l'allargamento della strada Provinciale, per la costruzione
            della cabina dell' ENEL, e per la vendita a privati di piccoli appezzamenti.
            A questo seguì un importante intervento che diede inizio alla trasformazione di tutta
            l'area della Serra: la cessione al Comune di Spotorno -  Sindaco Francesco Brugna -
            del   terreno      per   la
            costruzione della variante
            a   monte   dell'abitato.
            L'operazione   fu   approvata
            dal Consiglio dell'Opera Pia
            con   Oddera   Lorenzo
            Presidente,   come   da
            deliberazione   n.   209   del
            25/07/1957,   per   un
            indennizzo di £. 7.000.000.

            Foto sopra: L'antico mulino a vento
            Foto: la variante alla via Aurelia .
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