Page 62 - pag1-90
P. 62
questi versi del Leopardi ne danno un’immagine molto
sensuale…”.
“Versi del Leopardi? E quando mai… questi sono versi da
osteria. Dove li hai pescati?”.
“In una raccolta di versi, attribuiti al Leopardi, dal titolo
‘M’inebriano i sensi i tuoi sospiri’…”.
“Qualche goliardata, al solito”.
“Goliardata? Peccato! Mi ero fatto l’idea di un Leopardi
sensuale…”.
“E magari lo era! Anche se scadeva nel ‘Passero solitario’. Ah
l’innocenza! Del resto, anche il D’Annunzio con ‘I Pastori’ ritrova
la purezza, il rimpianto: ‘ Isciacquio, calpestio, dolci rumori. Ah
perché non son io co’ miei pastori?’ ”.
“La purezza? Il D’Annunzio?”, la ragazza dalle fossette rideva.
“Ah, voi giovani con i vostri schemi! Con le vostre gabbie
mentali! Questa mattina una vostra collega mi ha cantato la litania
del Gozzano crepuscolare. Ma che crepuscolare! E’ un poeta:
punto! Finiamola con queste schematizzazioni! Con questi
compitini!”.
“Professore, si è riferita al testo…”, uno studente si era inserito
nell’estemporanea lezione.
“Ma che testo! Usciamo fuori da questi benedetti testi! Gozzano
è un dagherrotipo della poesia, dai contorni non ben definiti. Un
romantico, se vogliamo proprio fare il compitino. Non vedete
qualcosa di simile in ‘Consolazione’ del D’Annunzio?”, il
Perducca, fascista conservatore, in letteratura era uno “spirito
libero”.
Dopo il 25 luglio, degli studenti lo avevano fatto girare in
mutande per Via Po. Poi, era sparito. Adesso, con l’avvento della
Repubblica sociale, era rientrato in pista. A loro volta, erano spariti
gli studenti. Si diceva fossero saliti in montagna.“Ma allora,
Gozzano dove lo mettiamo? Non è un crepuscolare?”, il ragazzo
dagli occhi vivaci, era rimasto un po’ confuso e voleva saperne di
più perché amava il Gozzano.
62