Page 71 - pag1-90
P. 71
maestranze all’interno di uno stabilimento. Ce n’era una in cui
comparivano loro due. Erano su una bicicletta. Lui alla guida; lei,
che reggeva un cartello con la scritta “Vota Repubblica”, se ne
stava seduta sulla canna del telaio. Sprizzavano felicità.
Una grande foto incorniciata campeggiava su una parete della
stanza. Era la copertina di un settimanale in cui compariva lui che
ritirava un premio letterario.
“La colazione è pronta…”, la donna anziana lo stava osservando:
“La signora, quando è in casa, se ne sta lì a leggere… dice che in
quella stanza c’è tutta la sua vita”.
“Eh, cara signora, qui c’è anche gran parte della mia…”.
“Lo so, lo so… la signora me ne parla sempre…”.
“Sì? Cosa le dice?”.
“Che potevate vivere insieme, ma che non sa cosa sia
successo…”.
“A volte, ci sono cose che accadono, ma che non si riescono a
spiegare…”.
“Forse perché avevate quasi tutto e volevate tutto… bisogna
saper rinunciare a qualcosa, quando ci si vuol bene… un po’ uno…
un po’ l’altra… scusi se m’intrometto…”.
“S’immagini… lei è sposata da tanti anni?”.
“Da quasi quaranta. Da giovani, io e mio marito, non avevamo
neppure gli occhi per piangere… eppure, siamo stati felici insieme,
abbiamo tirato su due figli, che hanno studiato…”.
“Cosa fanno?”.
“Mio figlio è geometra, lavora in Comune. Mia figlia è maestra,
insegna. E’ sposata e mi ha donato una nipotina”.
“Complimenti! I figli, i nipoti, danno un senso alla vita…
almeno, credo sia così…”.
“E’ vero. Me lo dice anche la signora…”.
Mentre la salutava, l’abbracciò: “Le stia vicino… è una donna
straordinaria…”.
“Lo so, lo so… si riguardi sor dotor… e, se mi posso
intromettere, le stia vicino anche lei…”.
71