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L’uomo senza età la fece entrare in un ristorantino dove era
conosciuto.
“Professore, che sorpresa, non speravo più di vederla quest’anno.
Ho visto il film tratto dal suo ultimo romanzo: bello, ma il
romanzo è un’altra cosa. Accomodatevi nella saletta”, una signora
elegante li aveva accolti con molto entusiasmo: “Sta scrivendo
qualcosa? E’ un po’ di tempo che non esce più niente di suo…”.
“Sono in crisi d’ispirazione… mi sto avvitando, forse ho fatto il
mio tempo…”.
“Ma sta scherzando, ancora così giovane? Signora glielo dica lei
che l’ispirazione alla fine viene… basta aspettare…”.
“Sì, basta aspettare, ma forse è l’ispirazione che, a volte, non
aspetta”, la donna senza età sorrideva.
Erano usciti per fare una passeggiata. Il vento le faceva entrare la
gonna azzurrina tra le gambe e le scompigliava i capelli. E poi quel
profumo… quelle fossette…”.
La invitò in un piccolo appartamento, un sottotetto, che si trovava
nelle vicinanze di San Marco.
Lei trovò subito qualcosa che non andava: “Il bagno lascia molto
a desiderare… con chi ci vieni qua?”, aveva quel sorriso
particolare di quando lo prendeva in giro.
“Con delle meretrici che usano il guanto… e poi, questo buco è
di una mia amica che me lo presta”.
“Una meretrice?”.
“Peggio! Una capitalista…”. Ridevano tutti e due.
Lei si sfilò il reggiseno: “Faccio io perché tu, se non ricordo
male, con i gancetti zoppichi un po’, vai meglio con le gonne, le
sottovesti, le mutandine…”, rideva.
Stettero una settimana intera in quell’appartamentino, uscendo
solo per mangiare un boccone e telefonare. Poi, l’incantesimo finì.
Ognuno se n’andò per la propria strada.
Si ritrovarono nuovamente a Venezia, anni dopo, in un ristorante.
Lei era in compagnia di un signore elegante, dai modi affettati.
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