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Lui era con un regista, suo amico, impegnato nelle “Giornate del
cinema italiano”, una contro Mostra militante e innovativa.
Si abbracciarono molto calorosamente.
Lei avrebbe voluto dirgli che quel signore era lì solo per una
questione che riguardava una delle sue fondazioni, ma rimase a
guardarlo in silenzio.
Lo stesso fece lui che la vide andare via: “…rapida si dilegua
come parvenza vana…”.
Sarebbe bastato un suo invito ed avrebbero trascorso insieme altri
giorni incantati come quelli di tanti momenti della loro vita. Lo
sapeva bene.
Lei, per un attimo, pensò che lui lo avrebbe fatto. Poi, si
“dileguò”.
Per tutta la vita, quando si erano cercati, quando si erano trovati,
anche per caso, c’erano stati sempre solo loro. Lo sapevano bene.
Forse era per questo che non si erano mai rivolti delle domande
sulle reciproche frequentazioni.
Gli anni erano trascorsi senza sconti. L’uomo senza età si trovava
nel paesino di mare, quello dei tempi della guerra, della galleria del
treno. Con lui, c’erano amiche ed amici dei tempi dell’università.
Una rimpatriata del gruppo Maramao, ma lei non c’era. Pensare
che lui aveva preso un taxi a Milano per arrivare in tempo.
“Non è venuta? Avrà temuto le tue filippiche contro i capitalisti,
sull’imperialismo… sul socialismo, l’alienazione… la
rivoluzione… come vedi ti leggo…”, un’amica, che aveva tante di
quelle proprietà che non sapeva più neppure dove fossero, lo
prendeva in giro.
L’uomo senza età stette bonariamente allo scherzo: “Vedi, lei è
come te: vi sbalordite di fronte all’uso di parole che esprimono
concetti che ritenete desueti. Ma non sono desueti: avreste mai
pensato che il capitalismo finanziario avrebbe messo il fuoco sotto
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