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il culo del vostro capitalismo canonico? La vostra è solo ignoranza
o meglio cecità, forse una voluta cecità. Rivoluzione vuol dire,
prima di tutto, cambiamento, uguaglianza, libertà, fraternità…”.
“Mi proponi la ricetta della rivoluzione francese?”.
“Ti propongo una necessità di cambiamento, ma voi avete paura
del cambiamento, credete d’essere conservatori dell’ordine delle
cose oggi esistente, ma il vostro capitalismo non conserva un bel
nulla: ogni giorno pratica cambiamenti radicali a vantaggio di
minoranze miliardarie e senza scrupoli, di una classe dirigente
irresponsabile, a danno dei poveri e della natura. L’imperialismo
non è una mia invenzione: esiste e ci domina…”.
“La ricetta è il tuo comunismo? Mi sembra che non abbia
funzionato…”. L’amica lo guardava con l’aria di sfottere.
“Il mio comunismo? E’ cercare di far star meglio l’umanità sulla
terra e non nell’altro mondo, come fate finta di credere voi finti
bigotti… che non credete in niente…”.
“Non crediamo in niente? Ma scherzi? Mio marito non parla altro
che di fabbrica e di lavoro. Noi crediamo nel lavoro…”.
“Il vostro capitalismo lo sfrutta il lavoro su cui scarica il
ladrocinio, l’evasione fiscale ed altre furfanterie…”.
“Ma sei diventato fanatico? Dai i numeri? E poi i tuoi compagni,
comunisti o ex comunisti, non mi pare ti abbiano trattato tanto
bene… basta leggere i giornali… non lo meritavi…”.
“Con voi ci vuol poco per dare i numeri… basta chiamare le cose
con il loro nome… i miei compagni? Ti rispondo parafrasando,
con una variazione, Umberto Saba: ‘Se da una parte vedessi i
capitalisti pronti ad incensarmi e dall’altra il plotone di esecuzione
comunista, sceglierei ancora quest’ultimo’. Chiaro?”.
“E’ chiaro che sei proprio un fanatico. Umberto Saba chi è?”, gli
sorrideva.
“Eh, buonasera…”, le aveva dato un buffetto sulla guancia.
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